La violenza di genere è un problema sociale che riguarda la violazione dei diritti umani e la discriminazione basata sulle differenze di potere e di ruolo tra uomini e donne. La violenza di genere può avere effetti negativi sulla salute fisica, mentale, emotiva e sociale delle vittime, nonché sullo sviluppo economico e sociale delle comunità e delle nazioni.
Per affrontare e prevenire la violenza di genere, è necessario promuovere una cultura del rispetto, della parità e della diversità, che coinvolga tutti i livelli della società, dalla famiglia alla scuola, dal lavoro alle istituzioni. In particolare, è importante:
Sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sul fenomeno della violenza di genere, sui suoi fattori di rischio e di protezione, sui suoi impatti e sulle sue conseguenze, nonché sui servizi e sulle risorse disponibili per le vittime e per gli aggressori.
Educare e formare le nuove generazioni a una visione critica e consapevole dei ruoli e degli stereotipi di genere, a una relazione paritaria e non violenta tra i sessi, a una valorizzazione delle differenze come opportunità e non come ostacoli.
Sostenere e rafforzare le donne vittime di violenza, offrendo loro ascolto, accoglienza, assistenza, protezione, accompagnamento e sostegno psicologico, legale, sanitario, sociale e lavorativo, nonché promuovendo la loro autonomia, la loro crescita personale e la loro partecipazione attiva alla vita sociale.
Coinvolgere e responsabilizzare gli uomini maltrattanti, favorendo la loro presa di coscienza del problema, la loro adesione a percorsi di trattamento e di recupero, la loro collaborazione con le istituzioni e le associazioni, la loro assunzione di responsabilità verso le vittime e verso la società.
Implementare e monitorare politiche pubbliche efficaci e integrate per la parità di genere, che prevedano la prevenzione, il contrasto e l’eliminazione della violenza di genere, in linea con gli obiettivi e gli standard internazionali e nazionali, e che coinvolgano tutti gli attori sociali, istituzionali e territoriali.
Di seguito potrai approfondire il tema della violenza di genere, ti suggerisco di consultare alcuni dei seguenti articoli, che ho trovato nel web:
Violenza contro le donne nella società contemporanea: in questo articolo, il sociologo Alberto Pellegrino analizza le cause, le forme e le conseguenze della violenza maschile contro le donne, e propone alcune possibili azioni di prevenzione e di educazione.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella lotta alla violenza di genere: in questo articolo, la giornalista e scrittrice Michela Murgia sottolinea l’importanza dell’educazione al rispetto e alla diversità nella prevenzione della violenza di genere, e propone alcune buone pratiche da adottare nella scuola.
Ti lascio anche il link di un articolo che avevo scritto più di un anno fa.
Le risposte dei lettori
Buongiorno Dottor Ceschi,
Alla vigilia dell’8 marzo, data che ricorda la condizione in cui versavano le donne agli inizi del ‘900, sento il bisogno di commentare l’articolo “Violenza di genere” in cui il Dr. Ceschi ci propone diversi spunti di riflessione. Recentemente, durante la camminata sull’argine con una amica e collega, ci è capitato di confrontarci sugli atteggiamenti femmine e maschi nella scuola primaria. Entrambe abbiamo assistito ad episodi in cui le bimbe, durante le ricreazioni, in un caso venivano per gioco ammanettate e messe al muro, nell’altro bloccate ai polsi con elastici per i capelli scopo fare loro il solletico anche se non volevano… Stiamo parlando di classi seconde scuola primaria. Ci siamo interrogate su quale sia il meccanismo che fa scattare questi comportamenti, se dipenda da cosa guardano nei video i bambini di questa età o su cosa sentano dire.. Personalmente, a questo punto, mi sono chiesta se dipenda dalla biologia/fisiologia diverse tra femmine e maschi che, come sappiamo, hanno caratteristiche diverse non solo a livello fisico ma anche cerebrale. E sulla questione mi piacerebbe avere un confronto di opinioni. Mi sarebbe davvero utile capire queste dinamiche perchè, come insegnante sento la grande responsabilità di educare alla parità di diritti e doveri a chi si affaccia con passi a volte titubanti, alla società e alle regole della convivenza civile che a scuola, in primis, si deve trasmettere prima di qualsiasi altro tipo di esperienza di apprendimento. Negli ultimi tempi non si smette di ascoltare notizie di efferati femminicidi, ultimo accaduto qualche giorno fa, in un zona di periferia, non lontana da quella in cui vivo. L’episodio che ha sortito molto clamore nella mia città e anche a livello mediatico nazionale qualche mese fa, sembrava voler insegnare qualcosa ma era solo un’illusione. Personalmente penso che in alcuni casi tutti i dettagli con cui vengono descritti questi crimini sortiscano l’effetto contrario e stimolino episodi di emulazione.
Secondo commento all’articolo
Alla vigilia dell’8 marzo, data che ricorda la condizione in cui versavano le donne agli inizi del ‘900, sento il bisogno di commentare l’articolo “Violenza di genere” in cui il Dr. Ceschi ci propone diversi spunti di riflessione. Recentemente, durante la camminata sull’argine con una amica e collega, ci è capitato di confrontarci sugli atteggiamenti femmine e maschi nella scuola primaria. Entrambe abbiamo assistito ad episodi in cui le bimbe, durante le ricreazioni, in un caso venivano per gioco amanettate e messe al muro, nell’altro bloccate ai polsi con elastici per i capelli scopo fare loro il solletico anche se non volevano… Stiamo parlando di classi seconde scuola primaria. Ci siamo interrogate su quale sia il meccanismo che fa scattare questi comportamenti, se dipenda da cosa guardano nei video i bambini di questa età o su cosa sentano dire.. Personalmente, a questo punto, mi sono chiesta se dipenda dalla biologia/fisiologia diverse tra femmine e maschi che, come sappiamo, hanno caratteristiche diverse non solo a livello fisico ma anche cerebrale. E sulla questione mi piacerebbe avere un confronto di opinioni. Mi sarebbe davvero utile capire queste dinamiche perchè, come insegnante sento la grande responsabilità di educare alla parità di diritti e doveri a chi si affaccia con passi a volte titubanti, alla società e alle regole della convivenza civile che a scuola, in primis, si deve trasmettere prima di qualsiasi altro tipo di esperienza di apprendimento. Negli ultimi tempi non si smette di ascoltare notizie di efferati femminicidi, ultimo accaduto qualche giorno fa, in un zona di periferia, non lontana da quella in cui vivo. L’episodio che ha sortito molto clamore nella mia città e anche a livello mediatico nazionale qualche mese fa, sembrava voler insegnare qualcosa ma era solo un’illusione. Personalmente penso che in alcuni casi tutti i dettagli con cui vengono descritti questi crimini sortiscano l’effetto contrario e stimolino episodi di emulazione.
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