Per chi soffre d’ansia la vita diventa un inferno. Chi non ha mai sofferto di forti stati d’ansia non può comprendere quanto sia difficile affrontare le giornate. I pazienti che seguo, i quali soffrono di forti stati d’ansia mi raccontano quanto sia difficile fare anche le più semplici attività quotidiane.
Uno stato d’ansia elevato altera sia la parte psicologica sia la parte somatica della persona. I pensieri sono ossessivi e il fisico reagisce con tensioni e dolori soprattutto a livello toracico.
L’ansia è la naturale reazione ad una emozione precisa. In questo caso stiamo parlando di PAURA. Quando proviamo paura la mente ha appreso come affrontare il pericolo e reagisce attraverso una serie di reazioni psico-somatiche.
Fondamentalmente le reazioni portano ad attaccare o a fuggire di fronte ad un pericolo. Per farlo nel più breve tempo possibile il cervello reagisce velocemente e mette in atto una serie di reazioni ben precise. La principale reazione è l’accelerazione del respiro. Si fanno respiri corti e veloci. Aumento della frequenza cardiaca, accelerazione del flusso del pensiero. Aumento della sudorazione soprattutto nelle mani, bisogno di svuotare la vescica. Queste sono tutte reazioni che ci aiutano sia se dovessimo attaccare sia se dovessimo fuggire da un pericolo. Questo meccanismo di difesa ci ha permesso di sopravvivere nei confronti dei pericoli esterni – animali pericolosi, nemici, calamità – ma lo facciamo anche per i pericoli che ci viviamo a livello interiore.
Quali sono sono i nostri pericoli interiori?
Le nostre paure profonde si devono ricercare nell’immagine che abbiamo di noi stessi. Quanto riusciamo a percepirci capaci o incapaci. Non riguarda solo l’autostima, concetto per molti confuso e poco chiaro. Concerne soprattutto l’idea di essere capaci d’affrontare le varie situazioni quotidiane nel presente, ma anche quelle ipotetiche future. Molto spesso le paure che provocano ansia non sono presenti, bensì sono paure di situazioni che dobbiamo affrontare in un futuro più o meno lontano. La mente ci proietta in un ipotetico futuro in cui non ci sentiamo al sicuro.
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Per chi soffre d’ansia le domande da porsi sono: qual è il mio grado di efficacia? Quanto sono capace a trovare delle soluzioni a situazioni ipoteticamente problematiche?
Se la risposta porta a pensare di non essere capace o d’aver bisogno di qualcuno per affrontare le sfide della vita, possiamo essere certi che l’ansia prenderà il sopravvento.
Il lavoro dello psicoterapeuta in questi casi sarà migliorare l’immagine che la persona si è creata nel corso della vita. Lavoro che richiede tempo e tecniche specifiche. Lo stesso paziente ha la possibilità di lavorare in modo autonomo per affrontare le proprie paure.
Cosa fare per ridurre in modo autonomo l’ansia.
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Impara a gestire la respirazione. Se soffri d’ansia la respirazione è sicuramente disfunzionale. Chi soffre d’ansia soffre anche di fame d’aria. Le persone ansiose respirano in modo accelerato e fanno respiri corti. Questo porta all’accumulo di anidride carbonica e alla diminuzione di ossigeno. Tale ciclo respiratorio porta all’aumento dell’ansia. Apprendere la respirazione diaframmatica aiuta a riequilibrare l’ossigeno e l’anidride carbonica rilassando la muscolatura e riportando uno stato generale di relax. Se non la conosci ti invito a scaricarti l’ebook gratuito dove potrai apprendere le diverse tecniche di rilassamento.
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Diventa amico della tua ansia. Potrà sembrare paradossale, ma devi abbracciare l’ansia, essere il migliore amico della tua ansia. Siamo istintivamente portati ad allontanarci da tutto quello che ci fa male o ci da fastidio. Se hai un paio di scarpe strette non vedi l’ora di togliertele. Allo stesso modo se hai un dolore fisico prenderai un farmaco per alleviare la sofferenza. Lo facciamo in modo istintuale e lo facciamo anche con l’ansia. In questo caso però devi fare l’esatto contrario. Se rimani con la tua ansia potrai capire qual è la paura che l’ha generata. Una volta che avrai compreso la paura solo allora potrai lavorare sull’emozione e non sulla reazione all’emozione. Per fare un parallelismo, quando hai uno stato febbrile e la temperatura del tuo corpo aumenta, non cerchi di farla diminuire uscendo poco vestito, bensì cerchi di attaccare il virus che ha causato la febbre. Paradossalmente anche se hai già caldo prendi un farmaco che ti farà sudare maggiormente. Impara a farlo anche con la tua ansia, anche se all’inizio ti potrà sembrare insostenibile, ma ricordati che il pericolo è dentro te stesso e non all’esterno.
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Rimani nel presente. Forse non ti sei mai accorto che non abbiamo quasi mai paura di qualcosa che c’è nel presente, ma abbiamo paura di qualcosa che potrà succedere. Chi soffre d’ansia è molto spesso, per dire sempre, spostato in un ipotetico futuro, purtroppo in un futuro catastrofico. Impara a fermare i pensieri nel qui ed ora. Per farlo segui il punti 1. Respira bene e per farlo porta consapevolezza al respiro. Nel presente molto spesso non c’è nulla da temere. Blocca la tua mente che ti ha spostato in avanti e fermati nel qui ed ora.
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Comprendi cosa ti sta offrendo l’ansia. Come dice il proverbio: non tutto il mal vien per nuocere. Anche l’ansia non ha solo una connotazione negativa. Se la analizzi comprenderai che l’ansia ha anche una funzione appagante e serve a qualcosa. Proprio ieri analizzando questo aspetto con una paziente è emerso che l’ansia le serviva per tenere vicino a se le persone. Inoltre la funzione dell’ansia le serve perché le persone le dicano che è brava che può farcela. Non serve che ti dica che le persone non sono disponibili sempre e che non sono dei motivatori ad oltranza. Per superare l’ansia bisogna imparare a soddisfare tale bisogni in modo autonomo e non ricercandolo esternamente.
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Mettiti in contatto con il tuo Io arcaico. Lo stato d’ansia che vivono le persone adulte ha radici lontane e se non vai a curare le cause primarie difficilmente potrai cambiare lo stato attuale. Un adulto ansioso è stato un bambino abbandonato, iper-responsabilizzato, denigrato, iper-protetto o abusato. Questa parte deve essere presa in carico e non rimossa o negata. Quell’Io arcaico continuerà costantemente a chiedere aiuto e ad avere paura. Se non te ne prenderai cura continuerà all’infinito a fare le stesse richieste. Non è facile farlo da soli, perché è pura sofferenza e come ti ho detto siamo portati a stare lontano dalla sofferenza. In questo caso un aiuto esterno, un percorso di psicoterapia, ti aiuterà a curare questa parte sofferente.