Complesso d’inferiorità. Come hai potuto leggere nell’ultimo articolo, il complesso d’inferiorità non è genetico ma si apprende in famiglia, perché nessuno nasce pensandosi migliore o peggiore degli altri. Hai anche potuto leggere che si può uscire da questo schema, perché in fin dei conti è solo una credenza errata che la persona ha di se stessa.
Per uscire da questo schema, basta capire che la percezione negativa che ho di me stesso non è reale, ma deriva da quello che mi hanno detto le persone importanti della mia infanzia. Se mi hanno sempre detto che non sono capace, che sono uno stupido, che non concluderò mai nulla, difficilmente potrò avere una buona opinione di me stesso.
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Come hai potuto leggere, alcune persone che vivono il complesso di inferiorità si comportano anche in modo assolutamente aggressivo e competitivo per nasconderlo.
Cosa fanno le persone che soffrono del complesso di inferiorità.
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Non riescono a perdonare. Perdonare vuol dire lasciare andare, lasciar fluire, lasciare che il nuovo arrivi e non essere costantemente ancorati al passato. Se ci fanno vivere una condizione, dei sentimenti o delle emozioni negative ci arrabbiamo o ci deprimiamo. Perdonare vuol dire lasciare che tutto questo passi. Riesco a perdonare solo se mi sento bene con me stesso, se mi sento, lasciatemi passare il termine, superiore a tutto ciò. Se invece mi sento inferiore, inadeguato e mi hanno sempre detto che non sono capace, non posso perdonare, perché sarebbe accettare che qualcuno mi ferisca nuovamente.
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Giudicano costantemente tutti e tutto. Giudicare vuol dire non pensare, ma avere già un pensiero su persone e cose. Giudicare è la cosa più facile e veloce che può fare la mia mente. Non giudicare vuol dire pensare. La persona che vive il complesso d’inferiorità non pensa, ma giudica. Non pensa perché segue uno schema ben preciso: non valgo molto. Se non volgo molto allora tutto sarà brutto, sbagliato e negativo. Giudizio negativo. Allo stesso modo tutto potrà essere migliore, bello o piacevole. Giudizio positivo. Le persone che soffrono del complesso d’inferiorità difficilmente sanno analizzare una persona od una situazione in modo oggettivo, perché tutto viene filtrato attraverso il giudizio.
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Vivono l’invidia in modo esponenziale. Se una persona ha una bassa opinione di se stessa, potrà solo desiderare d’avere quello che hanno gli altri. Quello che hanno gli altri è sempre migliore di quello che ho io. Invidiare quello che fanno gli altri o hanno gli altri serve all’invidioso a non pensare a se stesso ed a tutte le proprie mancanze. L’invidioso ha l’attenzione sempre rivolta all’esterno e quasi mai all’interno. Chiaramente, se ho una bassa autostima non starò lì a pensarci, perchè mi farebbe male, quindi cercherò di guardare altrove.
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Esagerano con il perfezionismo. Come ti ho scritto nell’altro articolo, chi si sente inferiore potrà cercare di fare bene tutte le cose che sta facendo, per non viversi emozioni e sensi di colpa, perché non è bravo. Il complesso d’inferiorità può nascondersi dietro il perfezionismo esasperato.
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Stano sempre sulla difensiva. Se una persona viene attaccata, oppure quando le viene fatto notare un proprio comportamento o un proprio modo di fare e si mette subito sulla difensiva, molto probabilmente ha paura. Trovare sempre dei pretesti o delle scuse sul proprio operato è indice di bassa autostima, perché è più facile dare la colpa ad un fattore esterno e non a me. Non sempre chi soffre di un complesso d’inferiorità dice apertamente: io non valgo nulla. A volte tale frase viene nascosta da una serie infinita di scuse.
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Cercano costantemente l’approvazione. Cercare l’approvazione è il primo sistema per vivere male, come spiega Wayne W. Dyer nel suo libro: Le vostre zone erronee. Chi soffre del complesso d’inferiorità cercherà sempre d’avere l’approvazione di quello che fa, perché non è sicuro di quanto vale. Purtroppo anche se riceve costantemente rinforzi e conferme da parte degli altri, non gli bastano mai, perché è come buttare dell’acqua in un pozzo, il livello dell’acqua aumenta all’inizio, ma poi ritorna com’era.