FAME EMOTIVA. Questo inverno ci sta già abbandonando e fra poco ci troveremo nuovamente in primavera. Tutti felici di fare il cambio armadio, mah!
Con la bella stagione ci vestiremo meno ed i chili di troppo accumulati, prima con panettoni e pandori, ed ora con frittelle e galani, si faranno vedere sotto a camicie e magliette a maniche corte. Allora siamo a pronti a metterci a dieta.
DIETA, parola temuta come una malattia virale. Solo nel sentire questa parole molte persone sbiancano ed iniziano ad avere convulsioni. Perché è così difficile seguirla? Ma soprattutto perché è difficile mantenerla per almeno alcuni mesi?
La risposta è semplice. Perché i cibi che siamo abituati a mangiare sono quasi tutti edulcorati con grassi e zuccheri che danno una sorta di dipendenza. Possiamo dirlo senza nessun problema: mangiamo male. Una volta che ci siamo abituati a questi gusti saporiti, facciamo molta fatica a non ricercarli più. Tutto quello che ci dovrebbe far dimagrire ci sembra cattivo, insipido o sciapo.
Il vero problema però non è cambiare le nostre abitudini, perché quello è relativamente facile. Il vero problema delle diete si presenta quando parliamo di FAME EMOTIVA.
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Cos’è la fame emotiva?
Non è difficile capire cos’è la fame emotiva, ma a volte le cose semplici da capire sono difficili da cambiare. Se ogni volta che ti senti felice, arrabbiato, stressato o annoiato, ti serve del cibo per sentirti meglio. Ecco! stai mangiando solo per coprire emozioni con non vuoi o non sai gestire.
Differenza tra fame fisica e fame emotiva.
Normalmente la fame fisica arriva lentamente e siamo capaci anche di gestirla. Essendo graduale, riusciamo anche a posticipare l’inizio del pasto. Una volta che abbiamo mangiato, ci sentiamo soddisfatti e sazi. La fame fisica ci porta a mangiare qualsiasi cosa, anche frutta e verdura.
La fame emotiva, invece, arriva all’improvviso e non è il fisico ad avvisarci ma la nostra mente. Sentiamo un improvviso bisogno di alcuni cibi. Di solito cibi dolci o molto saporiti. Inoltre, il bisogno deve essere immediatamente soddisfatto in modo compulsivo. Questo tipo di fame, essendo un bisogno inconscio, ha bisogno di essere soddisfatto immediatamente. Così ci si trova con l’intera vaschetta di gelato in una mano, un cucchiaio nell’altra e non si riuscirà a fermarsi finché non si vedrà la fine. La fame emotiva non ci soddisfa nemmeno dopo aver finito una confezione di merendine, ma ci sentiamo ancora bisognosi di altri cibi saporiti e dalle merendine passiamo al vasetto di nutella. Dopo aver mangiato o, meglio, aver mangiato male e troppo, ci si sente in colpa e non si è soddisfatti né fisicamente né emotivamente.
Qual è il vero significato della fame emotiva?
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Se non riesco ad avere “l’amore” ho il “cibo”. Più bisogno d’amore ho, più la fame emotiva sarà intensa.
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Se nel passato ho subito torti e frustrazioni, il cibo mi servirà per riempire questi buchi.
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Anche se sono cresciuto fisicamente ma sono rimasto psicologicamente un bambino, il cibo diventa il mio “ciuccio”. Se mi sento arrabbiato, felice, annoiato, uso il cibo per consolarmi, festeggiare o per passare il tempo.
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Se la mia vita relazionale è un disastro perché mi sento solo/a e tutte le mie relazioni sono problematiche, utilizzo il cibo come il mio miglior amico, che non mi tradirà mai. È lì, sempre pronto a soddisfarmi ed è sempre buono con me.
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Se nessuno mi ha mai considerato, inconsciamente penso che se sarò grasso tutti mi dovranno vedere. Non di rado, quando si inizia a dimagrare, le persone che soffrono di fame emotiva sono terrorizzate dalla magrezza.
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Ho paura delle relazioni intime con l’altro sesso: uso il mio fisico come barriera perché l’altro sesso non si avvicini.
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“Se mangio, non penso”, frase facile da sentire da queste persone. A cosa non si vuole pensare? A me stesso perché non mi sento all’altezza.
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Chi mangia in questo modo di solito ha difficoltà a sentirsi indipendente ed usa il cibo per esprimere la propria indipendenza. Non dirmi cosa e quanto devo mangiare perché io faccio quello che voglio.