Qual è la via da percorrere per stare bene? Questa domanda non ha solo una risposta, bensì tante perché tante sono le persone al mondo.
Ognuno potrebbe rispondere a modo proprio. Lascio a te che stai leggendo il post risponderti.
Molto spesso per provare uno stato di benessere pensiamo di dover fare qualcosa per arrivare ad avere oppure provare qualcosa, ma successivamente ci sentiremo non molto diversamente.
Lo schema è questo
Faccio→(lavoro, sport, meditazione, esco con gli amici….) → Per avere (soldi, fisico atletico, equilibrio interiore, relazioni appaganti) → Per sentirmi (ricco, attraente, rilassato, felice)
Questo schema che Jung farebbe rientrare tra gli archetipi dell’inconscio collettivo non funziona. Mi dispiace dirti in modo categorico che non ti porterà nulla di cui hai realmente bisogno.
Pensaci. Quante volte l’hai seguito o lo stai ancora adesso seguendo è ti ha deluso?
Lo schema non è sbagliato in assoluto, solamente la sequenza non è nell’ordine esatto, ma prima d’andare a cambiarla di spiego perché questo schema non funziona.
Semplicemente quello che fai per avere ti serve per sentire qualcosa di diverso. Attenzione il vero obiettivo è Sentire!!!
Perché lo metti alla fine?
Lo fai perché ti hanno insegnato che per raggiungere un obiettivo devi fare delle azioni e ti servono degli strumenti. Questo è giusto se devi costruire una casa, se devi raggiungere un posto di villeggiatura. In questi casi pragmatici e concreti dovrai lavorare con i mattoni e la malta per arrivare a costruirti una casa, nel primo caso. Nel secondo dovrai guidare ed avere un mezzo di trasporto per arrivare sulla spiaggia dei tuoi sogni o nella baita che tanto ami.
Nella nostra quotidianità questo schema lo seguiamo pedissequamente per gran parte della vita, ma per quanto riguarda te stesso non funziona: se ci pensi, potrai solo confermare che ho ragione.
L’altro giorno parlando con una paziente è emerso che non è felice. Pensava che la promozione che tanto aspettava la rendesse felice. La felicità è arrivata, ma solo per pochissimo tempo. Poi mi ha raccontato che anche quando aveva acquistato l’auto nuova pensava di provare gioia, ma anche in quel caso è stata una gioia fugace. Nonostante tutto ciò mi ha raccontato che si era fatta un bel regalo (un orologio molto costoso) pensando di raggiungere l’agognato stato di benessere emotivo che voleva raggiungere e soprattutto mantenerlo nel tempo.
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Non serve che ti dica che nemmeno il famoso orologio svizzero con diamanti le ha dato quello che cercava.
Ma qual è la strada da percorrere?
Lo schema da seguire è questo
Sentire→(equilibro, disequilibro, amore, rabbia, tensione, rilassamento) → Faccio (lavoro, sport, meditazione, relazioni) → Avrò (una vita piena)
Questo schema per molte persone potrebbe sembrare una vera e propria rivoluzione, così forte da non riuscire nemmeno ad accettarlo.
Come puoi vedere alla fine non ho scritto felicità o gioia bensì vita.
Alla fine si deve “solo” vivere e non essere per forza felici e nemmeno solamente tristi. Anche perché la gioia come la felicità sono emozioni che hanno un tempo breve nel sentire.
Viviamo un tempo in cui la nostra educazione e la cultura non ci insegnano a sentire. Noi abbiamo silenziato il cervello. Svegliamolo!
Per prima cosa devi imparare a sentire il tuo mondo profondo, interiore e accettarlo senza censura e senza criticare. Non è facile perché per farlo ci vogliono strumenti affinati che non si acquisiscono solamente vivendo, ma bisogna apprenderli come hai appreso a leggere e scrivere.
Una volta che avrai raggiunto questa base potrai iniziare a fare delle cose. Fare vuol dire muoversi in uno spazio, un contesto in un determinato tempo. Tempo indica il presente e non riguarda né il passato né il futuro. Mentre fai queste cose continui a sentire e solo successivamente potrai raggiungere la fase dell’avere. Avere, in questo caso, diventerà poco importante, perché non è il fine ultimo, bensì una modalità di vita appagante quindi duratura.
Ti verrà spontaneo usare un termine nuovo: “Sentire”. Nel nostro vocabolario culturale ora ci viene facile usare e agire nel Fare per Avere. Ma Sentire per Stare Bene è una strada nuova.
Buon Cammino Lettori!
LE RISPOSTE DEI LETTORI
Caro Dottor Ceschi,
con il Suo nuovo articolo Lei cerca di spiegare come ci si debba approcciare alla vita per viverla al meglio e per star bene.
Lo schema che solitamente una buona parte di noi segue è: faccio, per avere, per sentirmi e in effetti, proseguendo con questo modello di vita, con ogni probabilità ci si sentirà il vuoto, il nulla.
Infatti, Lei ci dimostra che, ribaltando la sequenza delle azioni (sentire, fare e avere) si otterrà lo stare veramente bene, il sentirci al meglio di noi.
Un atto di coraggio, impegno e fiducia che ci regalerà un modo migliore di vivere.
Si potrebbe coniare uno slogan: “Ascoltati e agisci: quel che ne ricaverai sarà la tua vita vera”.
Perché solo ascoltandoci potremo percepire i nostri veri bisogni e non ci lasceremo vivere ma vivremo la nostra vita a pieno, da protagonisti principali e non da comparse.
Alla domanda che Lei pone all’inizio del Suo articolo io risponderei così:
La via da percorrere per star bene in molti casi ce l’abbiamo proprio di fronte, ma a volte amiamo complicarci il percorso e prendiamo una strada tortuosa che ci disorienterà anziché portarci alla giusta meta.
Inoltre, per star bene reputo che non ci si debba aspettare troppo dalla vita se non viverla con semplicità; ahimè facile a dirsi ma complicato da mettere in atto.
A tal proposito, trovo molto appropriata quella frase che Lei ha postato sull’intestazione del Suo blog e che mi piace molto:
“Non c’è giorno a cui non segua la notte, non c’è notte senza alba … né gioia imperitura né dolore infinito”.
Quanta saggezza, quanta verità, quanta consolazione.
In poche, semplici righe è racchiusa l’essenza della vita, chissà perché fatichiamo ad accettarlo.
Grazie e cordiali saluti.
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Caro Giancarlo sposo con tutto me stesso quello che ho letto, la mia domanda è…..perché non insegnano a scuola? Mi trovo con ragazzi /e che….. parlando con loro sanno tutto, non serve ascoltare, poi alla prima difficoltà non stanno in piedi, cadono da tutte le parti, mi piacerebbe che l’istruzione prendesse dei provvedimenti a riguardo. Un saluto a te.