AMORE. “Ti amerò per sempre”, frase che troppo spesso viene detta ma che, immancabilmente, non viene confermata. Anche se non ci sono dati che lo provano, non c’è una sola persona al mondo che non abbia subito l’onta dell’essere stato lasciato. Quante volte ho dovuto portare aiuto e sostenere pazienti ma non solo, anche amici e conoscenti, dopo la fine di una relazione. La fine di una relazione è sempre un momento difficile da sostenere nelle relazioni che finisco dall’oggi al domani, in cui uno dei due scompare o, come un fulmine a ciel sereno, decide che la relazione è finita. Le persone soffrono anche nelle relazioni che, per vari motivi, si trascinano fino allo sfinimento e che finiscono per morte naturale. Indubbiamente quando finisce una relazione c’è sempre chi lascia e chi viene lasciato.
Chi lascia di solito è la parte che, per natura stessa della scelta, soffrirà meno e uscirà prima dallo stato di apatia causato dalla fine del rapporto.
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Chi viene lasciato vive uno stato più intenso di sofferenza che può persistere per alcuni mesi ed, in alcuni casi, anche per anni. La persona che viene lasciata entra in uno stato depressivo con tratti ossessivi. Continua a pensare alla persona che l’ha lasciata e ripensare a tutti i momenti belli e meno belli che hanno passato insieme. L’apatia, il disinteresse ed il pianto sono le caratteristiche principali che accompagnano la persona in diversi momenti della giornata. Cosa fare quando si viene lasciati?
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Riempi il tempo. La cosa migliore è non rimanere senza far nulla ma trovarsi delle attività che permettano alla mente di pensare ad altro. Uscire con amici, iniziare un corso o un’attività fisica, andare al cinema o a teatro sono le cose migliori da fare.
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Evitare di voler vedere la persona che ti ha lasciato. Se una persona ha deciso di lasciarti avrà avuto le suo buone ragioni. Non è importante se l’ha fatto lentamente o dall’oggi al domani. Se ha deciso, lascialo andare.
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Non colpevolizzarti. È molto semplice pensare alle cose che si sono fatte e che era meglio non fare e viceversa. Il tempo che è passato non torna indietro. Ricordati che quello che hai fatto era quello che in quel momento potevi o volevi fare.
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Rimani nel presente. Non spostarti lungo la tua linea immaginaria del tempo. Se è il momento di soffrire, non te lo negare. Lascia il tempo e lo spazio per la sofferenza; solo in questo modo potrà passare.
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Non cercare un/a sostituto/a. Quando una relazione finisce, la cosa migliore è rimanere per qualche tempo da soli. Quantificare la tempistica non è facile, ma di sicuro far passare qualche mese prima di impegnarsi affettivamente con un’altra persona è vivamente consigliato.
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Passata le prima fase “pseudo-depressiva”, ricomincia a prenderti cura della tua persona. Ognuno di noi ha interessi, hobby o passioni che vengono trascurate quando vive una relazione di coppia. Ora è il momento di riprenderle tutte. Tassativamente sbagliato rimanere sul divano a piangersi addosso.
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Non è vero che chiusa una porta si apre un portone. Di sicuro chiusa una porta lasciamo dietro di noi un ambiente ed entriamo in un altro. Ora è il momento di consapevolizzare in quale “ambiente” ti trovi. Se pensi che il nuovo ambiente sia triste perché ti senti solo, stai solamente imparando che nella vita si è sempre soli. Prima avevi un compagno e, come dice lo stesso nome, una persona che ti accompagnava ma che non faceva le tue veci.
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Impara a prenderti cura di te stesso. Se avevi impostato tutta la tua vita sulla relazione senza dare il giusto spazio a tutte le parti che dovrebbero completare la tua vita, ora è arrivato il momento di farlo. La vita di una persona, per essere completa ed in armonia, deve comprendere molti aspetti. Lavoro, amicizie, interessi, famiglia d’origine, tempi di recupero (tempi in cui non si fa nulla) e relazione di coppia. Se avevi puntato tutto solo sulla relazione di coppia, ti stavi scavando la fossa da solo. Ora che il tuo compagno non c’è più, impara a dare il giusto spazio e il giusto tempo a tutte le componenti della vita.