Psicoterapia ed ipnosi. Una testimonianza

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In questo articolo riporto dei messaggi di una paziente. La paziente mi ha scritto prima dell’ultimo colloquio.

Premetto che con la paziente, meglio dire la ex paziente, avevamo già un mezzo accordo, se venire o meno, e le avevo dato l’ultimo appuntamento della giornata. Avevamo concordato assieme e poteva decidere all’ultimo di venire oppure di disdire l’appuntamento. 

La storia di questa paziente che chiamerò Emma (nome di fantasia) è complessa e articolata. Una vita intensa con un percorso di studi specifico che l’aveva portata a lavorare in giro per l’Italia in un settore di nicchia. Molte soddisfazioni, ma poi la svolta. Cambio repentino d’interessi e la voglia di studiare nuovamente, ma in un campo completamente diverso. Se prima c’era la scienza, la chimica e la materia ora all’orizzonte si prospetta la pedagogia, la formazione, l’essere umano.

Nessun rimpianto e dopo aver finito anche questo percorso di studi, nuovo lavoro e senza paura diventare una libera imprenditrice.

Per chi non conoscesse Emma, e la vedesse dall’esterno, vedrebbe una giovane donna capace, caparbia, sicura di se. Penso che molte conoscenti e forse anche qualche amica la invidi. Vorrebbero essere come lei.

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Invece, anche Emma porta dentro di sé un bel mondo da decifrare a cui fare riferimento, soprattutto quando le relazioni non maturano quello che lei desidera.

Le relazioni di Emma, sono sempre state difficoltose fin dall’infanzia. La relazione più difficile è stata quella con i genitori, ma soprattutto con la madre e il fratello. A detta di Emma la madre ha sempre avuto un occhio di riguardo – uso un eufemismo – nei confronti del fratello. Non si è mai sentita completamente amata dalla madre ed ha un rapporto di amore/odio nei confronti del fratello.

Emma cresce con questo vissuto, trovando nella vicina la vera figura materna. Come si dice: ”piuttosto di niente è meglio piuttosto”.

La vicina che ancora oggi è la sua base sicura, dove rifugiarsi per sentire l’amore incondizionato e non giudicante. Infatti la va a trovare a Natale per sentire il clima del Natale, la va a trovare quando ha bisogno di lasciare andare i pesi della vita. E’ la vicina la vera madre, ma forse tutti abbiamo una persona che ci ha fatto o ci fa da vero genitore.

Ma non è tutto. Emma anche se giovane ha già vissuto tanto. Un matrimonio che non è andato a buon fine, ma soprattutto la scomparsa dell’ex marito. Emma è una giovane vedova che all’apparenza sembra aver superato bene il lutto.

I nostri incontri in studio, iniziano a fine anno; Emma si rivolge a me perché ha appena terminato una relazione che è durata alcuni mesi. La relazione è finita, ma il problema di Emma non è la fine di una relazione, bensì come ha vissuto quella relazione. Non le è piaciuto il suo modo di porsi, di rimanere in una relazione che non le piaceva, di mettersi da parte, di accettare atteggiamenti e comportamenti che normalmente non accetterebbe.

Mi dice che non è la prima volta che le succede, che deve cambiare, ma non sa cosa. Ha compreso che c’è una parte di lei che la fa rimanere in relazioni disfunzionali.

Conoscendo la storia di Emma, verrebbe da pensare che le relazioni familiari sono la causa, invece la mente umana non è mai così lineare.

Già dalla prima trance in ipnosi emerge che la relazione con l’ex marito non è per nulla risolta. La separazione ed il successivo lutto sono ancora molto presenti. Emma pensava d’averla rielaborata, invece il suo inconscio è ancora ancorato emotivamente e quella parentesi della sua vita, carica di emozioni contraddittorie.

Ci lavoreremo per qualche tempo, fino a quando sarà il suo inconscio a cambiare oggetto d’indagine. Solo allora inizierà a riprendere vissuti con la propria famiglia e con la madre e il fratello.

Piano piano Emma, che è venuta costantemente una volta alla settimana e non mai saltato un appuntamento, dimostrando un forte attaccamento e grande fiducia nei confronti della terapia, ha ripreso a vivere e a frequentare un’altra persona.

Questa volta la frequentazione la vive in modo molto sereno e anche distaccato, non si illude e comprende bene che non è e non sarà la persona che l’accompagnerà per tutta la sua vita. Nonostante questo vive bene i momenti di condivisione e i momenti in cui è da sola. Nel frattempo cambia casa e cambia città, perché Emma è dinamica e non si spaventa. Le sfide le piacciono e la fanno sentire viva.

Alla fine la relazione dopo una vacanza di qualche giorno terminerà, ma questa volta Emma non si sente demoralizzata, fallita e men che meno sconfitta. Sente la sua presenza. Non ha accettato compromessi che non voleva. Per la prima volta si percepisce.

Forse la terapia poteva anche concludersi un po’ prima, ma l’esperienza mi ha insegnato di non avere fretta e che è importante che sia il paziente a sentirsi capace di camminare con le proprie gambe.

Come leggerai anche Emma si chiede se fra un po’ non ritornerà disperata, e non dubito di rivederla, come spesso mi è successo con altre pazienti. In questi casi i pazienti ritornano ma solo per uno o due incontri e poi riprendono il loro cammino.

Di seguito i messaggi che mi ha scritto Emma.   

Buonasera Giancarlo. Scusa l’orario. Volevo avvisarti che domani salterei l’appuntamento se non è un problema. Mi sento bene…vorrei provare a far passare un po’ di tempo. Mi sto vivendo a pieno e mi sto riscoprendo. È come se sentissi di volermi davvero bene. Ho avuto dei giorni di crisi, ma non invano perché ho sentito un click dentro di me. Cavolo…mi piaccio e non perché qualcuno me lo dice, ma perché lo sento! Mamma mia…è strano dirlo, ma mi sento liberata. Magari correrò da te disperata fra qualche giorno, ma per ora voglio vedere dove mi porta questa “nuova vita”.

Ci sentiamo prossimamente, perché i miei momenti non voglio lasciarli del tutto.

Penso di voler vivere per come sono, con le mie stravaganze e le insicurezze. Senza negarmi e senza nasconderle. Prendendomi i tempi dentro la mia bolla quando ne ho bisogno. Con sincerità verso gli altri, ma soprattutto verso me stessa. Una libera onestà! Ci voglio provare.

La relazione con XXXXX mi ha confermato che dove sento di non dover restare, non mi devo trattenere. Come dici tu, dal fango semplicemente ci si sposta accettando che quel posto non fa per noi pur sentendo un legame.

Ciao XXXXX

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