Leggerezza. L’importanza d’essere leggeri

                                             

Essere leggeri
Leggerezza

      Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore. Italo Calvino ha dedicato alla leggerezza un saggio indicandola come uno dei valori letterali basilari ed evidenziando la sua importanza come ingrediente esistenziale utile per sottrarre alla pesantezza la capacità di portare i pesi del vissuto. Questa è una riflessione sulla scrittura che ha senso anche dal punto di vista psicologico.

Cosa significa vivere con leggerezza?

Arrivare alle cose senza pesi sul cuore, ecco il significato di vivere con leggerezza. Essere disinvolti, veloci ma al contempo delicati; liberi ma non superficiali.

Leggerezza intesa come capacità di vivere senza carichi emotivi. Sarebbe bello riuscire ad essere semplici ma profondi e Lievi, lievi nel modo di essere.

Il contrapposto è la pesantezza che dà quella sensazione di fastidio che tira verso il basso, che fa affondare, che opprime, che stringe in una morsa stretta.

Come si fa?

Ognuno di noi porta dentro di sé i propri tormenti, i propri disagi sul cuore, sulle spalle e nella testa

Affrontare, comprendere, riconoscere ed accettare i propri pesi della Vita è già un buon punto di partenza per iniziare a vivere fluttuando.

Desiderare di vivere una dimensione più lieve è la motivazione che spinge ad elaborare uno stile nuovo.

Recentemente è stato sviluppato un modello che descrive le differenze individuali nell’uso dell’umorismo. – Comic Style Markers Ruch, Heintz, e al., 2018 – L’umorismo è un costrutto multidisciplinare che combina diversi aspetti, quali: abitudini, comportamenti, abilità e competenze. Gli otto stili comici possono essere classificati come stili di umorismo: leggeri o oscuri.

Articoli correlati: Sofferenza psicologica. perché soffro? Le basi della psicologia positivaResilienza, sei modi per apprenderlaCosa vuol dire crescita personaleDesiderio ed infelicità

Gli stili leggeri, che riguardano l’affetto benigno e sociale sono:

  • Il divertimento, volto a diffondere il buon umore e la buona compagnia

  • L’umorismo che suscita la simpatia scoprendo le discrepanze nelle esperienze quotidiane

  • Il nonsense, basato sul giocare con le incongruenze e le bizzarrie senza uno scopo specifico

  • L’arguzia, indicata come la capacità di creare collegamenti intelligenti tra idee e pensieri

Gli stili oscuri, basati sulla derisione e il ridicolo, sono:

  • L’ironia, che riflette un contrasto o un’incongruenza tra l aspettative per una situazione e ciò che è la realtà, contenendo l’opposto di ciò che s’intende

  • La satira, diretta a criticare e correggere le carenze, la cattiva condotta e gli errori morali con l’intenzione di migliorare il mondo

  • Il sarcasmo, fondato sull’essere critici verso gli altri e trasmettere disprezzo

  • Il cinismo, volto a svalutare i valori comunemente riconosciuti (C.S.M.; R.H. e al. 2018)

Gli stili di umorismo leggeri, favorevoli alle emozioni positive, potrebbero essere correlati a un maggior benessere a una migliore predisposizione ad affrontare gli eventi stressanti, mentre, gli stili oscuri rappresentano la tendenza ad esibire un atteggiamento negativo e distruttivo che potrebbe influenzare negativamente il benessere

Teniamo presente una cosa: la preoccupazione è la componente cognitiva dell’ansia. La preoccupazione è descritta come un tipo di catena intrusiva, ripetitiva e incontrollabile di pensieri e immagini negative

La leggerezza invece ci insegna che la vita pur avendo i suoi pesi da portare può essere vissuta con sentimenti lieti.

Come vivere con leggerezza?

  1. Alimenta le relazioni sane

  2. Evita di tenere tutto sotto controllo

  3. Attenta ai giudizi: possono essere macigni

  4. Pensa alle parole che usi: scegli quelle appropriate

  5. Dai spazio al piacere

  6. Impara a respirare

  7. Elimina le cose che non ti servono

  8. Dai spazio alla gentilezza

  9. Fai pace con te stessa e con il tuo giudice interiore

  10. Guardati un film

“È buio perché ti stai sforzando troppo. […]

Con leggerezza, bimba, con leggerezza. Impara a fare ogni cosa con leggerezza. […]

Sì, usa la leggerezza nel sentire, anche quando il sentire è profondo. Con leggerezza lascia che le cose accadano, e con leggerezza affrontale. […]

Dunque getta via il tuo bagaglio e procedi.

Sei circondata ovunque da sabbie mobili, che ti risucchiano i piedi, che cercano di risucchiarti nella paura, nell’autocommiserazione e nella disperazione.

Ecco perché devi camminare con tale leggerezza.

Con leggerezza, tesoro mio.”

(Aldous Huxley)

Le risposte dei lettori 01

Buongiorno Dr. Ceschi, 

Il tema da Lei affrontato è molto bello, anche se molto difficile.

Penso che saper gestire la propria vita con leggerezza sia l’essenza di quello che la vita stessa ci vuole insegnare, su come affrontarla.

Uscirne vincitori una soddisfazione non da poco!

Lo scrittore Calvino con poche ed incisive parole ne fa una descrizione sublime, quasi un rendere semplice quello che è sempre risultato difficile ai più, credo.

Mi viene da pensare che ai tempi di Calvino le cose fossero un po’ più facili, genuine, spontanee, di come sono ora.

Prendiamo l’effetto benigno e sociale degli stili dell’umorismo citati nell’articolo.

Il divertimento, ma esiste ancora?

Probabilmente sì ma non vedo più molte persone divertirsi in modo genuino e sincero, tutto si fa per apparire, per postare, avere un riscontro visivo diventa quasi un obbligo, la conferma che ci si è divertiti.

L’umorismo poi, quello vero, sottile, viene capito e apprezzato o per far ridere bisogna ricorrere alla scurrilità e al cinismo più bieco?

Il nonsense e le incongruenze, ma siamo sicuri che siano chiari a coloro ai quali sono diretti?

E lo stesso dicasi per l’arguzia.

Non voglio essere polemica ma la sagacia è una qualità abbastanza rara e non so quante persone la posseggano.

Mi sa che tra i due contendenti di gran lunga vinca l’umorismo oscuro, dato che siamo tutti maestri nel disprezzare, nel criticare, demolire e svalutare cinicamente.

Detto questo come si fa a trovare ancora delle relazioni sane, quando siamo tutti immersi nei nostri problemi e nel nostro egoismo, stressati da notizie negative e catastrofiche?

Se qualcuno poi si dà la briga di ascoltarti è solo per giudicare, criticare o gioire nel constatare che “c’è chi sta peggio di me”.

Scegliere parole appropriate nell’esprimere quello che senti a volte è una fatica inutile, tanto nessuno ha voglia di impegnarsi a capire/capirti.

E adesso dopo tutto questo pessimismo come posso parlare di piacere?

L’ anedonia regna sovrana!

Il respirare, che è la prima azione che facciamo non appena ci affacciamo a questo mondo, è la cosa più naturale che ci sia, ma parrebbe anche la più difficile da fare in modo corretto, infatti la maggior parte delle persone respira poco e male.

Per ciò che concerne eliminare le cose che non servono, sono sempre stata una sostenitrice di questa teoria, anche se con l’età sto diventando un po’ accumulatrice.

Gentile, penso di esserlo ragionevolmente, quel tanto che basta per non essere pestata, l’esperienza mi ha insegnato ad esserlo ma con cautela.

Essere in pace con se stessi è una bella sensazione ti fa stare bene anche con gli altri.

Personalmente sono rammaricata per non essermi ascoltata e non avermi dato fiducia.

Non avevo bisogno di tanti consigli, la verità ce l’avevo lì in tasca, ma evitavo di tirarla fuori.

Ora guardiamoci un bel film, opterei per “L’amore ai tempi del colera”, tratto dal romanzo omonimo di Gabriel García Márquez.

Florentino, il protagonista, interpreta la leggerezza costruttiva e la tenacia in modo sorprendente.

Prima però voglio rileggere la bellissima poesia di Aldoas Huxley e La ringrazio Dr. Ceschi per avermela fatta conoscere. É bellissima.

Auspico che a ogni bambina/bambino venga letta e spiegata.

Lo farò con le mie nipoti.

Saluti cari.

Buongiorno doc, scusi il ritardo nella mia risposta , ma come spesso accade mi sono totalmente scordata di inviarle il mio pensiero.

Lei non può chiedere a una come me di essere leggera, di affrontare la vita con leggerezza….. semplicemente perché non lo so fare.

Esatto , non ho mai fatto nulla con leggerezza, da che io ho memoria tutto è stato un problema serio e pesante… una zavorra da portare … un peso attaccato al mio corpo , e ormai dubito di poter cambiare a 60 anni . Non ho avuto nessuno che mi abbia insegnato questa arte che reputo importante ed essenziale, ma senza un maestro di leggerezza ho creato intorno a me un mondo da affrontare, da combattere, da evitare. Non mi ha aiutato il periodo di pandemia e di guerra che ci stanno letteralmente  buttando addosso con lo scopo di toglierci sicurezza , punti di riferimento, la famiglia, i paletti solidi delle nostre vite.

Come posso essere leggera?

Un piccolo modo lo ho trovato…. non ascolto la tv , macchina deleteria che ci fagocita con mezze verità: ecco con leggerezza la ho spenta. Per tutto il resto sono una che si tuffa nei problemi , che cerca sempre soluzioni, che analizza e spezzetta i problemi in forma quasi maniacale (a volte). Non posso purtroppo cambiare, farei veramente fatica e mi sentirei fuori luogo con me stessa. Io nei problemi mi ci tuffo, così mi hanno insegnato, mi hanno spiegato che ci sono responsabilità, e quelle sono importanti (anche nello sport).

Spero un giorno di riuscire a fare come lei scrive nell’articolo, lo vorrei veramente. Chiudo complimentandomi con la bellissima poesia, la trovo di una dolcezza incredibile, e…. leggerissima… ecco vorrei essere quella bambina a cui dicono  parole così importanti. Buona giornata doc, XXX