Depressione e trappole mentali

depressione

DEPRESSIONE. Quando si parla di depressione non è facile orientarsi tra tutti i diversi modelli che hanno cercato di spiegare tale male. Nei secoli si è parlato di melanconia, di male oscuro e oggi si è cercato di definire varie forme di depressione con un metodo categoriale:

DEPRESSIONE

  •   endogena o maggiore,

  • reattiva o disturbo distimico o nevrosi depressiva

  •  cronica,

  •  mascherata,

  •  senile,

  •  organica

  •  atipica, di valenze ciclotimiche o bipolari,

  •  pre e post-parto.

Difficile orientarsi tra tutte queste forme di depressione.

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Allora come orientarsi nei confronti di tale patologia?

Secondo la psicoterapia strategica il depresso assume degli schemi ben presi nei confronti di se stesso, degli altri e del mondo. Si possono trovare delle linee guida che il depresso segue innescando nel contempo una serie di reazioni negli altri.

  • un senso di resa nei confronti della vita, tanto si soffrirà;

  • impersonare il ruolo di vittima, incapace di cambiare;

  • il cambiamento deve avvenire dall’esterno, delegando qualcuno;

  • il senso di frustrazione e di inadeguatezza che vivono le persone vicine al depresso;

  • il continuo lamentarsi delle propria sofferenza o il mutismo più assoluto.

Per uscire da questi schemi perniciosi, bisogna intervenire su più livelli, visto che il depresso usa gli altri e il mondo esterno per mantenere i sintomi.

  • Le persone coinvolte non dovrebbero assecondare le lamentale del depresso, ma dedicare un tempo ben prestabilito ai lamenti, per poi tenersi ben al di fuori, evitando qualsiasi discorso inerente la patologia e i disagi annessi. 

  • Non permettere alla persona depressa di attaccarsi costantemente alla propria visione, ma iniziare a lasciare un tempo ben prestabilito in cui la delega del benessere viene annullata e le emozioni coinvolte nella sofferenza si lasciano andare. 

  • Una tecnica molto utile per rielaborare le emozioni coinvolte è la tecnica del romanzo dei disastri realizzabili, in cui il paziente scrive le proprie emozioni utilizzando la forma narrativa, fiabesca o la rima.

Una volta disattivate queste trappole, l’attenzione del soggetto viene dirottata verso se stesso, facilitando un nuovo apprendimento e una nuova visione di se stesso, degli altri e del mondo.